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L'impatto del trattamento antiriflesso sulla 'prima impressione'

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Le due priorità principali che i pazienti hanno quando scelgono gli occhiali sono il modo in cui vedono e il modo in cui vengono visti. Tuttavia, c'è una tendenza naturale ad attribuire una grande importanza dell'aspetto estetico a carico della montatura, quando in realtà le proprietà delle lenti giocano un ruolo significativo nell'esperienza totale del portatore. Allo stesso modo, spesso non si apprezzano i benefici multidimensionali delle lenti di alta qualità. Ad esempio, una vista migliore può ridurre l'affaticamento visivo, migliorare il comfort e aumentare la produttività. Si pensi anche a come la visione può aiutare i soggetti a sentirsi più rilassati, sicuri e fiduciosi nel mondo che li circonda.


Un'altra considerazione che andiamo a fare è legata al fatto che le lenti non hanno solo un impatto su come i soggetti vedono, ma anche su come vengono visti. I riflessi sono sempre stati considerati negativi, ma ora sono molto più evidenti perché possiamo vederli e vederci all’interno di piattaforme come Zoom e sulle stories e/o post sui social media. Le prime ricerche emerse con l'aumento della nostra dipendenza dai dispositivi digitali si sono ampliate notevolmente. Inizialmente ci siamo concentrati sull'affaticamento visivo e sulle lunghezze d'onda della luce e su come tutto ciò influisca sul nostro benessere fisico generale. Ma il passaggio immediato all'interazione digitale faccia a faccia ha portato alla luce nuove preoccupazioni. Come stiamo riconoscendo, la scelta delle lenti può avere un ruolo anche nel benessere emotivo. 


Nel bene e nel male, ci preoccupiamo molto dell'impressione che facciamo agli altri. Le ricerche dimostrano infatti che le prime impressioni iniziano a formarsi entro un decimo di secondo e nell'arco di sette secondi accadono molte cose. Può sembrare un'affermazione piuttosto immediata, ma la mente subconscia opera in modo rapido. Per esempio, il nostro cervello giudica rapidamente l'affidabilità e altri tratti che, dal punto di vista evolutivo, un tempo erano importanti per la sopravvivenza umana. 


Valutiamo le persone in continuazione. Quello che una volta era un modo per garantire la sicurezza personale, oggi è un meccanismo per eccellere socialmente, costruire reti di supporto più forti e avere successo negli affari. Tutto ciò si ricollega alla nostra capacità di formare le prime impressioni. Naturalmente, la prima impressione non è tutto, ma esercita una forte influenza. Infatti, in una serie di esperimenti condotti dagli psicologi di Princeton, gli scienziati hanno stabilito che guardare il volto di un estraneo per più di 100 millisecondi aumenta semplicemente la fiducia nei propri giudizi, piuttosto che alterare in modo significativo le prime impressioni.


Se si pensa a un'epoca più primitiva, sembra logico che mostrare i denti possa servire a stabilire una posizione dominante, mentre un sorriso può avere un effetto molto diverso. In ogni caso, si tratta di messaggi che trascendono il tempo e il luogo. Gli esseri umani hanno 43 muscoli del viso che lavorano insieme per creare migliaia di espressioni, spesso utilizzando i muscoli intorno agli occhi per trasmettere messaggi. Esprimiamo questi giudizi automaticamente, e senza una formazione formale, in un decimo di secondo perché, come affermerebbe Darwin, è così che siamo programmati.


I ricercatori della UC Berkeley e di Google hanno utilizzato una tecnologia di apprendimento automatico per analizzare le espressioni facciali in 6 milioni di video di YouTube di persone di 144 Paesi diversi. La ricerca ha dimostrato che in tutti questi Paesi e culture diverse, almeno il 70% delle stesse espressioni facciali sono condivise e utilizzate in risposta a particolari situazioni sociali ed emotive.  Questi risultati implicano un'universalità dell'espressione umana che trascende i confini geografici e culturali anche in un contesto online. 


Sebbene l'interazione digitale sia in aumento da molti anni, con l’avvento della pandemia da COVID-19 c'è stato un cambiamento nel modo in cui ci connettiamo abitualmente con gli altri e questo persiste nonostante il ritorno alla “normalità”. Per questo motivo, è diventato più importante che mai trovare il modo di fidarsi e di entrare in contatto con le persone in questo nuovo “mondo su schermo”.  Tuttavia, gli ambienti digitali sono tali da dover affrontare altre variabili, come la risoluzione, le dimensioni dello schermo, l'illuminazione, i riflessi e i ritardi audio o video. Si consideri inoltre che sullo schermo possiamo vedere solo il 15% circa del corpo di un interlocutore, a volte anche meno o in dimensioni più ridotte a seconda di come vengono condivisi gli schermi.

Un paio di studi recenti hanno cercato di determinare se i diversi rivestimenti delle lenti influenzano il modo in cui le persone vedono gli altri quando si incontrano e generano una prima impressione. Due esperimenti sono stati progettati per determinare se, ad esempio, le persone rispondono in modo diverso o percepiscono gli altri in modo diverso in base alla nitidezza delle lenti.


Nel primo esperimento, i ricercatori hanno ipotizzato che quanto più si riesce a vedere gli occhi di una persona quando la si incontra per la prima volta, tanto più si sarà in grado di leggere le sue emozioni e di valutare le sue intenzioni, il che a sua volta avrà un impatto positivo sulla prima impressione. La prima impressione positiva è caratterizzata da quanto ci si sente in sintonia, da come si percepisce l'affidabilità e la simpatia dell'estraneo e dal fatto che la sintonia susciti empatia. Sono state poste le seguenti domande di ricerca:


CONNESSIONE - I rivestimenti antiriflesso hanno un impatto sul senso di connessione dell'osservatore?


FIDUCIA - I rivestimenti antiriflesso hanno un impatto sulla percezione dell'affidabilità dell'interlocutore?


LIKABILITY - I rivestimenti antiriflesso hanno un impatto sulla percezione di simpatia dell'interlocutore?


EMPATIA - I rivestimenti antiriflesso hanno un impatto sul senso di empatia de’interlocutore?


CONFOUNDING - Le variabili confondenti possono potenzialmente influenzare le risposte dei partecipanti e i risultati sintetizzati?


Lo studio è stato condotto online utilizzando registrazioni video di attori che indossavano lenti con rivestimento Glacier PLUS, Glacier Expression o lenti senza alcun rivestimento antiriflesso. In tutti e tre gli scenari, gli attori indossavano montature ‘sobrie’. Hanno partecipato 1288 uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 99 anni. Il campione era geograficamente bilanciato e il reddito rispecchiava i dati del censimento degli Stati Uniti.

I risultati dell'esperimento dello studio 1 rivelano che una maggiore chiarezza delle lenti determina una prima impressione più positiva in tutte e tre le dimensioni (simpatia, connessione e fiducia). Tra tutti gli intervistati, il 63% dei soggetti si è sentito più in sintonia con uno dei soggetti che indossava lenti con rivestimento Glacier Expression, rispetto al solo 47% che ha detto lo stesso per la stessa persona che indossava lenti senza rivestimento antiriflesso in uno scenario diverso. In altre parole, Glacier Expression ha aumentato il senso di connessione del 16%. Inoltre, il 70-80% di tutti gli intervistati ha dichiarato di gradire e di voler mostrare un comportamento empatico nei confronti dei soggetti che indossano Glacier Expression, un dato statisticamente significativo se confrontato con il 28-34% degli intervistati che hanno provato lo stesso sentimento per i soggetti che indossavano lenti senza rivestimento antiriflesso. Ciò significa che le lenti con rivestimento antiriflesso hanno creato ~2,5 volte più empatia. Ai partecipanti è stata data anche la possibilità di scegliere tra 20 aggettivi positivi e negativi per descrivere i soggetti che indossavano lenti con rivestimento antiriflesso. In questo parte dell'esperimento, gli intervistati hanno associato costantemente aggettivi positivi a coloro che indossavano lenti trattate con un rivestimento antiriflesso. Inoltre, l'aggettivo "affidabile" era sempre in cima alla lista degli aggettivi. 


Sebbene l'impatto dei rivestimenti delle lenti fosse evidente nei risultati dello studio 1, i ricercatori hanno voluto verificare se vi fosse una differenza significativa tra gli attuali rivestimenti di fascia alta e le lenti Glacier Expression. Inoltre, volevano determinare se la chiarezza sarebbe stata amplificata se le persone si fossero incontrate di persona rispetto a quelle online. Le domande della ricerca comprendevano:


AMBIENTE - L'impatto della chiarezza delle lenti sull'impressione è più significativo di persona rispetto al video digitale?


CONNESSIONE - La chiarezza delle lenti è direttamente correlata alla connessione? Le lenti più chiare fanno sentire gli spettatori più legati alla persona che indossa gli occhiali?


FIDUCIA - La chiarezza delle lenti è direttamente correlata all'affidabilità? Le persone si fidano di più di chi indossa lenti più chiare rispetto a chi non le indossa?


CONFOUNDING - Le variabili confondenti possono potenzialmente influenzare le risposte dei partecipanti e i risultati sintetizzati?


VISIBILITÀ - I diversi rivestimenti delle lenti hanno un impatto sulla percezione e sulla visione dei portatori?


In sintesi, 40 partecipanti sono stati reclutati nei coffee shop di Pittsburgh, in Pennsylvania. Come nello studio precedente, il campione era equilibrato dal punto di vista del genere. Lo studio 2 è stato unico in quanto i partecipanti si sono impegnati in un'attività pratica. È stato chiesto loro di provare un paio di occhiali con lenti rivestite di Glacier Expression e un paio di occhiali rivestiti di Glacier Plus. I ricercatori hanno poi raccolto formalmente il feedback su come le persone si sentono e vedono il mondo quando indossano occhiali con diverse qualità di rivestimento delle lenti.


Uno dei risultati principali è che i ricercatori hanno trovato una correlazione diretta tra chiarezza e impressioni positive. In particolare, i partecipanti hanno percepito una maggiore affidabilità e un più alto senso di connessione con le persone che indossavano lenti rivestite con Glacier Expression rispetto a quelle che indossavano lenti con Glacier Plus, e questo indipendentemente dal fatto che la persona che indossava gli occhiali fosse di sesso maschile, femminile, con occhi scuri o chiari, o che fosse la prima o la seconda persona incontrata durante la sessione di ricerca.


In breve, in linea con le teorie della psicologia evolutiva, i dati dimostrano che quanto più qualcuno riesce a vedere i nostri occhi e a determinare le nostre emozioni autentiche, tanto più appariamo affidabili, tanto più diventiamo simpatici e tanto più è facile per le persone entrare in contatto con noi.


Molti dati di questa e di altre ricerche suggeriscono quali caratteristiche o comportamenti possono contribuire ad aumentare la connessione e la prima impressione positiva. Ci sono cose che possiamo controllare e altre che non possiamo controllare che contribuiscono a questi sentimenti e giudizi. La chiarezza della lente è uno dei modi più semplici e convenienti, dimostrati in entrambi i cicli di questa ricerca, per influire positivamente sul senso di connessione tra le persone e sulle prime impressioni positive.


Diamo per scontato che ci sentiamo più in contatto con le persone quando possiamo vedere i loro occhi, ma non sempre consideriamo come l'interazione online interferisca con questa componente fondamentale della comunicazione interpersonale. Molti dei nostri pazienti trascorrono 6, 8 o addirittura 10 ore al giorno davanti allo schermo del computer, un'attività visivamente impegnativa e molto diversa dalle condizioni di lavoro in ufficio. Lavorare da casa è molto diverso. Per esempio, spesso la maggior parte degli ambienti domestici non è ottimizzata per un uso intensivo dello schermo, con la luce che entra da tutte le direzioni. L'abbagliamento è un ostacolo alla connessione.

Inoltre, di solito vediamo gli altri su una scala più piccola sullo schermo. In alcuni casi, riusciamo a malapena a vedere l'occhio della persona con cui stiamo parlando, e ancor meno a leggere le espressioni degli occhi come possiamo fare di persona. In breve, la maggior parte degli ambienti digitali è caratterizzata da un forte rumore visivo e da una mancanza di chiarezza che rappresentano una nuova sfida che i produttori di lenti oftalmiche devono aspirare a superare. A nostra volta, come optometristi, dobbiamo essere sensibili a queste nuove esigenze visive ed emotive, in modo da poter contribuire ad alleviare le difficoltà dei nostri clienti.

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