Contattologia

aberrazioni e lenti a contatto

A cura di Osenga Francesca

Tempo di lettura: 4 min

In questo articolo di BOOM Blog riprendiamo a parlare di aberrazioni, in particolare in merito a quelle indotte da lenti a contatto sferiche e toriche .


Con l'aumento del numero di lenti a contatto morbide disponibili e il continuo aumento del loro utilizzo da parte degli specialisti, è importante comprendere l'influenza che il design e il materiale delle lenti a contatto hanno sulle aberrazioni e sull'acuità visiva.

In questo articolo andremo a analizzare diversi studi per avere un quadro generale dell’effetto indotto dalle lenti a contatto di diverse tipologie.


Diversi studi hanno ormai chiarito le differenze di aberrazioni indotte da occhiali o lenti a contatto. La lente a contatto diminuirebbe infatti le aberrazioni date dalle zone periferiche della lente oftalmica e dalla distanza di quest’ultima dall'apice corneale.


Andiamo ora ad analizzare come si differenziano diverse tipologie di lenti a contatto


Partendo dall’aberrazione sferica positiva, questa è ridotta da lenti a contatto con potere negativo, perché lenti a contatto con potere negativo inducono un'aberrazione sferica negativa, correlata al potere della lente, che compensa la componente positiva intrinseca dell’occhio.

Un aumento invece dell’aberrazione di coma sarebbe causato dal possibile decentramento verticale della lente, causato dal decentramento stesso dell’aberrazione sferica.


Dall’analisi fra diverse tipologie di lenti a contatto morbide sferiche e toriche è stato riscontrata una maggior aberrazione sferica indotta da lenti toriche rispetto a quella indotta da lenti sferiche, mentre non sono emerse differenze clinicamente significative tra le aberrazioni totali di alto ordine.

Interessanti sono i risultati provenienti dagli studi su diverse tipologie di lenti morbide toriche. Sappiamo che le lenti toriche necessitino di sistemi di stabilizzazione, tra i più comuni il prisma di stabilizzazione “periballast” e la stabilizzazione dinamica con le zone sottili. Da questi deriverebbe infatti una differenza dell’aberrazione di coma, la quale sarebbe maggiore con le lenti con il periballast.


Interessante è anche osservare il comportamento di lenti morbide multifocali toriche oppure l’effetto indotto dalle lenti per ortocheratologia. Queste due tipologie di lenti a contatto giocano un ruolo fondamentale nella correzione e nel controllo della miopia , ma è anche noto come queste aumentino le aberrazioni sferiche e coma.


Per quanto riguarda le multifocali in letteratura sono presenti dati riguardanti le aberrazioni sferiche indotte dal potere positivo periferico della lente e anche coma per il suo possibile decentramento; ma limitati sono ancora i dati relativi alle aberrazioni di alto ordine.

E’ noto anche come l’ortocheratologia induca aberrazioni sferiche, date dal rimodellamento della cornea in zona di media periferia, e coma, date dal decentramento della lente, queste si stabilizzano stabilizzano dopo una settimana di trattamento.


Uno studio condotto presso l’università di Huston da Tomiyama et al. ha studiato come la componente torica influisca sulle aberrazioni indotte da queste due tipologie di lenti.

Lo studio esamina un campione di 32 portatori delle lenti sopracitate di un’età compresa fra 19-39 anni, con miopia da 0,00 D a -5,00 D e componente cilindrica da -1,50D a -3,50 D.

La misurazione del fronte d’onda dell’aberrazione è stata misurata con l iTrace con la pupilla dilatata con Visumidriatic 1%.

Nell’analisi è stata effettuata una separazione del campione fra i soggetti con AV maggiore o uguale a 0.30 logMAr “G1” e i soggetti con acuità inferiore “G2”.

Dallo studio risulta che nei soggetti analizzati in G1 le Aberrazioni di basso ordine non fossero significative fra i portatori di ortho-k torica e toriche multifocali, mentre in G2 fossero maggiori fra i portatori di ortho-k torica rispetto alle multifocali, quindi maggiore nei soggetti con un’acuità visiva più bassa.

Per quanto riguarda le aberrazioni di alto ordine invece si riscontra che esse siano significativamente maggiori con

l’ortocheratologia. (Fig 1)

Un altro aspetto importante su cui focalizzarci è la correlazione fra le aberrazioni causate e il ruolo delle due tipologie di Lac nel rallentamento della progressione miopica. Alcuni studi suggeriscono come l’incremento dell’aberrazione sferica sia associata con il rallentamento della progressione miopica, secondo cui il defocus periferico rallenterebbe l’allungamento del bulbo oculare . Nell’ orthok questo fenomeno è causato dal rimodellamento della cornea che indurrebbe aberrazione sferica positiva; mentre nelle lenti multifocali l’aberrazione positiva è indotta se le lenti sono centre distance e aberrazione sferica negativa se sono centre near.

Durante il trattamento di ortocheratologia viene alterato significativamente il profilo delle aberrazioni di ordine superiore corneale e oculare totale, pertanto è di particolare interesse indagare se i cambiamenti indotti nel profilo HOA oculare durante il trattamento con ortho-k sono associati all'allungamento assiale nei bambini, il che può aiutare ad approfondire l'attuale comprensione del meccanismo sottostante di ortho-k per il controllo della miopia.

Questa figura evidenzia il rapido cambiamento dell'errore del fronte d'onda nel modello sferico verso il bordo della pupilla, indicando un livello più elevato di aberrazione sferica nel partecipante con allungamento assiale relativamente più lento rispetto a un altro partecipante con allungamento assiale relativamente più veloce. (Fig 2)


La dimensione del diametro della pupilla è un altro potenziale fattore di correlazione fra aberrazioni e rallentamento della progressione miopica. Ricerche hanno riportato un'associazione tra allungamento assiale più lento e dimensione della pupilla più grande (rispetto alla media campionaria media). Una pupilla da 3 a 6 mm di diametro ha suggerito che l'efficacia del controllo della miopia può essere migliorata negli occhi con pupille più grandi a causa della maggiore esposizione alla sfocatura periferica, dovuto a un maggior numero di aberrazioni sferiche indotte. Pertanto, non solo il cambiamento nell'ottica corneale (p. es., un'aberrazione sferica più positiva), ma anche la dimensione naturale della pupilla può influenzare l'allungamento assiale e l'estensione del controllo della miopia.


Figura 1

Figura 2

Bibliografia:


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