refrazione

DVA (dynamic Visual acuity)

Dall'articolo 'Dynamic visual acuity and methods of measurement'

(N. Erdinesta, N. Londonb)

A cura di Rossotto Marco

Tempo di lettura: 5 min

Il sistema visivo dell’uomo viene abitualmente analizzato, testato e misurato attraverso l’acuità visiva statica (SVA). Questo parametro preso singolarmente non fornisce una completa panoramica di quella che è la condizione visiva del soggetto, in quanto l’essere umano è in grado di muoversi nello spazio. Per questo motivo è importante valutare, ai fini di una più completa comprensione del sistema visivo soggettivo, anche quelle che sono le abilità e capacità del sistema visivo in condizione dinamica. La ‘Dynamic Visual Acuity’ (DVA), presa singolarmente fornisce dati parziali e incompleti su quella che è la condizione visiva del soggetto esaminato, ma contribuisce significativamente a comprendere come l’osservatore comprende e padroneggia il mondo che lo circonda. La misura della DVA, trova riscontro positivo nel visual training di soggetto con deficit binoculari, sport vision, ipovisione e nelle condizioni in cui ci dovesse essere un disordine visivo causato da un infortunio o un trauma cerebrale. La DVA riguarda molte delle azioni e delle situazioni che abitualmente compiamo, dalla guida di un’autovettura alla ricerca e alla localizzazione spaziale dei prodotti alimentari all’interno di un supermercato mentre siamo in movimento. Queste banali azioni, per alcuni soggetti con deficit visivi non risultano essere, ovviamente, così semplici e banali. Attualmente non esistono norme standardizzate o metodi strutturati per la rilevazione della DVA, ma le abilità per riconoscere velocemente e identificare le anomalie di una DVA non performante dovrebbero iniziare a far parte della pratica clinica quotidiana.

La SVA, misura la capacità di discriminare la dimensione più piccola di un oggetto la cui immagine è forata sulla retina, quando sia soggetto che oggetto sono in condizione statica.

La KVA (Acuità Visiva Cinetica), misura la dimensione più piccola di un oggetto che si allontana o si avvicina, rispetto all’oroptero dell’osservatore.

La DVA, misura il riconoscimento di un oggetto in movimento o in una situazione dinamica tra l’osservatore e l’oggetto stesso. É l’abilità di percepire l’oggetto in movimento su due piani, orizzontale e verticale ed il movimento può essere sia casuale che prevedibile.

La misura della DVA analizza tre aspetti principali: predire il movimento dell’oggetto, discriminarne i particolari e il tempo di risposta.

Esistono due metodi principali per misurare la DVA, a bersaglio in movimento attraverso il campo visivo di un osservatore fermo, che richiedono l'uso di movimenti oculari di inseguimento ‘pursuit’ (per target con velocità fino a 50° al secondo) o saccadi (target più veloci) affinché l'immagine del target cada sulla fovea, oppure un bersaglio fermo e un osservatore in movimento.

La correlazione tra la qualità del movimento oculare e le prestazioni DVA ha implicazioni importanti durante lo sviluppo di programmi di riabilitazione o formazione come post lesione cerebrale traumatica o allenamento della vista sportiva. Il secondo metodo utilizza la rotazione della testa per stimolare il movimento che invoca il riflesso vestibolo-oculare (VOR).

VOR è un riflesso innescato dal sistema vestibolare che applica movimenti compensativi della testa per mantenere un bersaglio relativamente mobile sulla fovea. Sono coinvolti i percorsi neurali e i muscoli extraoculari. Negli individui con VOR normale, la DVA durante i movimenti della testa è simile a SVA. Pertanto, a parità di tutti gli altri parametri, un degrado del DVA superiore a tre linee (dell’ottotipo) indica una sorta di anomalia.

Uno studio condotto su adulti vestibolopatici ha mostrato che la posizione del test, se seduti, in piedi o semi-tandem, non ha influenzato i risultati DVA. Ciò si traduce in un probabile effetto incrociato positivo sia durante l'acquisizione delle misurazioni che durante l’allenamento nella pratica clinica. La DVA è influenzato da parametri quali età, contrasto, velocità del target, dimensioni, traiettoria, tempo di esposizione e colore.

Device per misurare la DVA

Dal 1970 circa per 30 anni, il device principale per la rilevazione della DVA era formato da un bersaglio proiettato su uno specchio rotante a velocità variabili con l'osservatore con una posizione della testa libera o fissa. I dispositivi DVA si sono evoluti per includere un computer e uno schermo, migliorando quindi i metodi precedenti fornendo sia un hardware con una frequenza di aggiornamento rapida che replica più da vicino artificialmente il movimento continuo del bersaglio, sia la capacità di regolare con precisione la traiettoria, le dimensioni, il contrasto, la velocità e il tempo di visualizzazione del target. Alcuni richiedono un movimento specifico della testa e la modifica del target (dispositivo inVisionTM) mentre altri fissano la posizione della testa (DinVA 3.0 softwear 0). Il dispositivo Dyop Chart2020 (Konan Medical, Hyogo, Giappone) potrebbe essere erroneamente classificato come misuratore di DVA e pertanto lo prenderemo in considerazione. Sebbene il target visivo sia dinamico, questo metodo misura la SVA poiché l’oggetto rimane fermo nello spazio tridimensionale. Ruota su se stesso, proiettato in modo coerente sulla stessa area retinica (fissazione centrale), senza richiedere alcun movimento della testa o degli occhi.

Proiettato sul monitor di un computer, il target è costituito da un anello di dimensioni dinamiche contenente segmenti in bianco e nero di angolo e area calcolati che ruotano uniformemente su uno sfondo grigio neutro. L'acuità dell'endpoint è la soglia in cui la rotazione sembra arrestarsi.

Riconoscendo che i cambiamenti nello stimolo provocano una risposta eccitatoria da parte dei fotorecettori, questo target cinetico integra più da vicino la risposta visiva rispetto a un target statico, richiedendo piccoli movimenti oculari per tenere attivi e funzionali i fotorecettori.

La facilità di interpretazione è un vantaggio laddove i soggetti esaminati sono meno comunicativi o analfabeti.

I dispositivi di realtà virtuale (VR) stanno diventando sempre più comuni e possono essere programmati per la misurazione DVA.

La natura dell'apparato consente all'osservatore di muoversi e sperimentare target in movimento più vicini a un ambiente naturale sull'asse z, compreso il campo periferico a differenza di dispositivi precedenti come target su uno schermo di computer statico, misurando anche KVA.

Sebbene la risoluzione dell'immagine migliori continuamente, l'inferiorità dei dispositivi VR rispetto alla retina può causare una discrepanza tra il VOR e il sistema visivo. Un tempo di visualizzazione eccessivo dell'immagine su un'area della retina può provocare un'immagine residua, pregiudicando i risultati, ad esempio consentendo un tempo di interpretazione più lungo. I ricercatori stanno ancora cercando di capire l'influenza del mezzo immersivo su altri sistemi come l'accomodazione e la convergenza. Ma i progressi tecnologici e la possibilità di un controllo preciso su più parametri del target indipendentemente dal movimento della testa incoraggiano il fatto che l'esplorazione in quest'area possa produrre un modello strutturato di norme e protocolli di acquisizione.

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