Contattologia

Non tutte le lac morbide sono fatte nello stesso modo (N. efron)

A cura di Gennari Lorenzo

Tempo di lettura: 5,5 min

Sulla rivista Contact Lens and Anterior Eye si trova un interessante articolo firmato Nathan Efron, pubblicato nel Settembre 2021, dal titolo “All soft contact lens are not created equal”. Il numero del blog di questo mese proverà a riportare i punti cardine, in modo da offrire al lettore un quadro chiaro, di semplice comprensione ed esaustivo.


Capita non di rado che lenti a contatto morbide regolarmente prescritte vengano sostituite da un’altra tipologia di lenti, nella credenza sbagliata che in fondo le differenze tra diversi materiali siano poche e soprattutto poco vincolanti.

Questa review prende in considerazione le conseguenze di una inadeguata sostituzione di lente a contatto analizzando le proprietà chimico-fisiche della lente stessa (agenti umettanti interni, diametro, materiale, spessore, potere…), e il porto (giornaliero, continuativo). Una modifica di queste proprietà, che andremo a vedere nel dettaglio, è correlata ad un aumento dell’insoddisfazione del portatore e anche ad un aumento di complicanze oculari avverse.

L’obiettivo di questo articolo è dimostrare come mai tutte le lenti a contatto non sono uguali tra loro, e considerare le potenziali conseguenze dovute a una sostituzione inadeguata.


Trattamento superficiale e agenti umettanti interni

La diffusione del silicone hydrogel negli anni ‘90 ha portato dei cambiamenti su come il materiale della lente rimanga bagnato e su come resista ai depositi di lipidi e di proteine denaturate. Per rendere la superficie delle lenti al silicone hydrogel più idrofilica e bagnabile, questa veniva trattata sia in superficie sia internamente con agenti umettanti. Questa idea venne poi ampliata anche nel trattamento delle lenti hydrogel.

Una sostituzione non attenta di lente a contatto, con proprietà superficiali diverse, può portare alla nascita o a un peggioramento dello staining corneale, con rischio di aumento di infiltrati corneali, e a un generale peggioramento del comfort visivo e della nitidezza.

La presenza di agenti umettanti interni è stata associata a un aumento della qualità della visione, dovuto a un aumento della bagnabilità della superficie della lente.


Depositi superficiali

Il prolungato deposito di proteine denaturate sulla superficie della lente è uno dei fattori di rischio principali per lo sviluppo della congiuntivite papillare. A livello molecolare avvengono interazioni tra il materiale della lente e il film lacrimale. Proteine come il lisozima, presente nel film lacrimale, tenderanno a depositarsi sulla lente, a prescindere che sia in hydrogel o silicone hydrogel. I depositi lipidici tendono invece ad essere maggiori sulle lenti silicone hydrogel, soprattutto nei soggetti aventi una componente lipidica alta nel film lacrimale. In conclusione una sostituzione inadeguata di lente a contatto comporterà una diversa concentrazione di depositi che può portare a una diversa performance della lente stessa.


Permeabilità all’ossigeno

L’introduzione delle prime lenti silicone hydrogel, col suo incremento della trasmissibilità all’ossigeno, aveva come scopo primario la riduzione delle complicanze dovute al porto notturno, soprattutto la prevenzione della cheratite microbica. Mentre il rischio ipossico è sensibilmente diminuito con le lenti silicone hydrogel, non ci sono differenze significative tra le lenti hydrogel e quelle silicone hydrogel nella riduzione del rischio di cheratite microbica.

Neovascolarizzazioni corneali possono essere il risultato di un prolungato danno ipossico e tende a presentarsi più spesso con lenti hydrogel spesse.

La trasmissibilità dell’ossigeno nelle lenti hydrogel può essere significamente alterata se consideriamo alcuni fattori, come le alte prescrizioni, la presenza di toricità, design multifocali.

Una sostituzione inappropriata di lente a contatto può portare a una trasmissibilità all’ossigeno minore che può portare a complicanze ipossiche e addirittura infettive, soprattutto in quei soggetti che portano le lenti di notte.


Contenuto di acqua

Per le lenti a contatto hydrogel esiste una proporzionalità diretta tra il contenuto di acqua e la permeabilità all’ossigeno. Il professionista infatti, al fine di alleviare possibili danni ipossici, può prescrivere una lente hydrogel a più alto contenuto di acqua oppure una lente silicone hydrogel. Risulta evidente come una sostituzione inadeguata con una lente a minor contenuto di acqua possa esacerbare il danno ipossico.

Al contrario c’è una relazione inversa tra il contenuto d’acqua di una lente e il suo modulo di elasticità. Per le lenti hydrogel, un aumentato contenuto acquoso da un lato fa aumentare la permeabilità all’ossigeno, dall’altro riduce il modulo di elasticità, con aumentato rischio di danni fisici della lente stessa. Questa considerazione è importante soprattutto per quei soggetti che maneggiano la lente meno delicatamente, e una sostituzione inappropriata delle lente può portare a problemi di maneggevolezza della lente stessa, di discomfort e di reazioni avverse meccanico-indotte.



Diametro

Tra i parametri fisici della lente a contatto il diametro è forse quello che dà più complicanze, se stato inadeguatamente modificato. Diminuire il diametro di una lente a contatto morbida porta a una diminuzione della profondità sagittale e a un decremento del movimento della lente sull’occhio. Un corretto movimento della lente sull’occhio è importante perché permette un corretto ricambio del film lacrimale e minimizza il rischio di staining paralimbare. Lenti hydrogel ad alto contenuto di acqua tendono a diminuire il proprio diametro alla fine di una giornata di porto. In conclusione, una inadeguata sostituzione della lente può portare a una modifica del diametro totale e quindi a una modifica del corretto movimento della lente sull’occhio con conseguente iperemia bulbare e insufficiente ricambio lacrimale.


Spessore

Lo spessore di una lente è importante sia per la maneggevolezza della stessa sia per la trasmissibilità all’ossigeno. Una modifica dello spessore dovuto a un incremento del potere diottrico può comportare nelle lenti hydrogel una variazione sostanziale della trasmissibilità, sia al centro che alla periferia, a seconda del difetto visivo. E’ importante quindi porre attenzione, soprattutto nelle lenti hydrogel, nella sostituzione da una lente meno spessa a una più spessa, al fine di limitare il rischio di discomfort e di ipossia corneale.



Potere

Il potere della lente a contatto non sembra avere un legame significativo con l’incidenza di cheratiti microbiche, anche se alti poteri negativi sembrano comportare un aumentato rischio di infiltrazioni corneali. Sono state inoltre riscontrate neovascolarizzazioni corneali più frequenti nei portatori di lenti a contatto con alto potere negativo, presumibilmente dovuto a una maggiore ipossia in periferia, dove la lente è più spessa. Un altro aspetto rilevante è la gestione manuale della lente, che chiaramente risulta più semplice con gli altri poteri negativi. Al contrario il drop-out sembra più frequente nei soggetti con bassi poteri positivi.

In conclusione, una inadeguata modifica del potere di una lente può chiaramente dar luogo a problemi di nitidezza e di comfort, oltre che a complicanze ipossiche, soprattutto con le lenti hydrogel.


Porto notturno

Prescrizioni di lenti a contatto che possono essere portate continuativamente giorno e notte rimangono relativamente basse. E’ ormai risaputo che complicanze microbiche aumentano sensibilmente col porto notturno. La complicanza maggiore è la cheratite microbica. L’utilizzo di lenti Hydrogel o silicone hydrogel durante la notte aumenta il rischio di infezioni corneali di circa 10 volte.

E’ evidente come una inappropriata sostituzione di una lente a contatto creata per il porto continuo, con una diversa, senza che il soggetto sia correttamente informato, può portare a complicanze microbiche non di poco conto.


Conclusioni

Avendo fatto una panoramica delle principali proprietà chimico-fisiche delle lenti a contatto, poche lenti possono definirsi davvero uguali tra loro. Le conseguenze di una inadeguata sostituzione della lente può portare a diverse conseguenze e complicanze, dal discomfort, all’alterata nitidezza, fino a complicanze patologiche più o meno severe.

Un professionista del settore dovrà quindi necessariamente conoscere approfonditamente tutte le proprietà chimico-fisiche delle lenti a contatto, e saprà quindi nel caso prescrivere una lente diversa dalla precedente, riducendo così al minimo le complicanze descritte finora.




  • N. Efron a,*, P. B. Morgan b, J.J. Nichols c, K. Walsh d, M.D. Willcox e, J.S. Wolffsohn f, L.W. Jones d,g, All soft contact lenses are not created equal, Contact Lens and Anterior Eye (2021)

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